L’arco inglese di Robin Hood
Quest ‘ arco è ricavato da un unico pezzo di legno, solitamente tasso, ed era un’arma formidabile quando usata da arcieri altamente addestrati.
L’efficacia di quest’arco sul campo di battaglia è testimoniata da vari episodi. Ben nota è la giornata di Crécy, dove gli arcieri di Edoardo II, il 27 agosto del 1346, al ritmo di dodici frecce al minuto, sgominarono i rinomatissimi balestrieri genovesi, al soldo di Filippo VI di Francia, che, per un solo colpo, fra caricamento e scatto, impiegavano almeno mezzo minuto. Pare sia stata questa la causa del disastro, non già la pioggia che aveva inumidito le corde delle balestre. Per comprendere la portata di questa vittoria inglese, basta osservare il rapporto delle forze scese in campo: per gli inglesi 3.900 cavalieri, 11.000 arcieri e 5.000 fanti; per i francesi 12.000 cavalieri, 6.000 balestrieri mercenari, 20.000 guardie cittadine e una divisione di cavalleria sotto il comando del re Giovanni di Boemia.
Le sue frecce,di legno di frassino o di betulla con punte d ‘ acciaio di varia foggia, erano mortali a distanze di 100 – 150 metri e quando venivano scagliate a “pioggia” dagli addestratissimi reparti inglesi, seminavano morte e scompiglio nelle fila dell ‘ esercito nemico. Si pensi che in una sola battaglia, potevano essere scagliate qualcosa come 300 – 350 mila frecce e che, quando gli arcieri finivano per così dire le “munizioni”, venivano mandati dei valletti sul campo, che a rischio della propria vita, raccoglievano le frecce conficcate nel terreno.
La potenza era generalmente di 100 – 120 libbre (circa 45 – 55 Kg) più che sufficienti a forare anche le più dure corazze del 14° e 15° secolo.
Il segreto di ogni buon arciere consisteva nella costante pratica con quest’ arma, nella migliore delle ipotesi un tiro sbagliato significava non mangiare, nella peggiore l ‘ arciere non avrebbe avuto modo di pentirsene!
In ogni villaggio inglese alla domenica mattina, si potevano osservare gare di tiro con l’arco alle quali assistevano dei reclutatori che selezionavano i migliori arcieri che sarebbero andati a formare i reparti usati dai re nelle loro guerre. Le gare sostanzialmente erano divise in gare di precisione, gare di velocità e gare di distanza: le gare di precisione, com’è facile intuire, consistevano in tiri a media distanza su bersagli fissi o mobili, come per esempio a zucche appese e fatte oscillare; le gare di velocità, finalizzate ad allenare le truppe al tiro veloce, consistevano in sfide organizzate in gruppi di arcieri che, in fila indiana, dovevano raccogliere un pari numero di frecce dal terreno, caricare l ‘ arco e scoccare sul bersaglio; le gare di distanza consistevano in lanci di precisione a lunghe distanze dove l’arciere era costretto a compiere tiri a parabola che richiedevano una particolare abilità nel calcolare l ‘ angolazione del tiro e nel dosare lo sforzo di trazione. Era questo un tiro ampiamente utilizzato dagli arcieri Inglesi nelle famose battaglie a cui si accennava in precedenza con effetti devastanti.
L ‘ importanza strategica, sempre maggiore, degli arcieri è testimoniata dal fatto che durante il regno di Edoardo III le proporzioni erano di solito di 2 arcieri per ogni soldato con lancia, mentre ad Agincourt questa proporzione fu portata a cinque a uno e, venti anni dopo, aumento addirittura a dieci arcieri per ogni soldato con lancia!
Le competizioni d’arcieria divenute famose grazie all’eroe della letteratura Robin Hood erano il principale metodo di preparazione e reclutamento della milizia specializzata inglese. Il tiro al bersaglio era una pratica molto diffusa tra la popolazione ed era incoraggiata dai lungimiranti monarchi che avevano compreso meglio di altri quanto l’attività agonistica potesse accrescere il sentimento nazionale e, soprattutto, la propensione alla guerra.
Vittorie schiaccianti come quelle riportate a Crécy e Poitiers contro gli avversari francesi non erano altro che la prova della superiorità delle formazioni equipaggiate con il longbow (il potente arco lungo inglese) sulla maggior parte delle tattiche nemiche. Tuttavia, dopo svariati successi militari, nel 1363 venne emanato un decreto di re Edoardo III che può essere tradotto più o meno così:
“Considerato che le persone di questo regno, ricchi e poveri allo stesso modo, erano avvezze all’esercizio del tiro con l’arco, e che questa disciplina ha garantito onore e profitto alle imprese belliche del Reame, ordino che ogni uomo di questo regno, se capace, dovrà nel tempo libero fare esercizio con arco e frecce, e così allenarsi a tirare con l’arco.”
Quando Edoardo scrive “erano avvezze” si riferisce al periodo antecedente la diffusione di un nuovo sport: il football! Secondo il sovrano il popolo stava perdendo troppo tempo dietro alle attività sportive piuttosto che allenarsi alla guerra. Ma non si limitò a proibire solo il football, bensì:
“… Il lancio di pietre, legno e ferro; la pallamano, il calcio o hockey; il coursing, il combattimento di galli e qualsiasi altro gioco del genere.”
Insomma, a parte tutto, sembrerebbe che questi inglesi medievali c’avessero un sacco di cose da fare nel tempo libero.